ROMOLO BUGARO Dalla parte del fuoco (Rizzoli)

Un romanzo quello di Romolo Bugaro, intitolato «Dalla parte del fuoco», apparentemente semplice, quasi dimesso, scritto in punta di piedi. Ma non è così.

La materia trattata, in realtà, è incandescente.

Si tratta di due storie quasi parallele che s’incontreranno solo alla fine, nelle ultimissime pagine.

Le storie per contenuti e problematiche sono lontanissime tra di loro e nulla fa presagire un finale in comune.

La prima storia è raccontata in prima persona e si rivolge ad un inquirente (lo si capisce abbastanza in fretta).

Protagonista di questa prima storia è lo studente liceale Andrea.

Gli studenti della città di Padova manifestano contro la guerra.

Andrea è un estraneo ai movimenti organizzati che danno tanto filo da torcere alla polizia, ama la pallacanestro, il cinema, frequenta gli amici, insomma non ha particolari problemi, nemmeno con la famiglia.

Nei giorni caldi della manifestazione incontra la giovane studentessa Francesca impegnata con i "no global" in missione speciale.

Tra i due è subito simpatia.

Poi si perderanno di vista ma si incontreranno di nuovo, casualmente, nel giorno del grande scontro con la polizia.

La manifestazione all’inizio si svolge tranquillamente, poi prende una brutta piega, ma i due dentro il caos del corteo si aiutano e si sorreggono a vicenda: nasce così una affettuosa amicizia.

L’altra storia riguarda un dirigente amministrativo, certo Felici, che a un certo punto decide di mettersi in proprio rilevando un cantiere edile.

Le cose per lui si mettono subito male, problemi economici lo stanno strangolando.

Nella speranza di risolverli subito, non racconta niente alla moglie Dora.

La sua unica speranza è quella di ottenere un prestito dalla banca.

S’impegna in quella direzione.

Ma non trova nessuna comprensione da parte del direttore della banca.

Allora disperato si aggrega automaticamente al corteo e con tutte le sue forze infierisce contro le banche preso da una smania nichilista irrefrenabile.

Compie la sua vendetta, ormai non ha più niente da perdere, la sua vita è rovinata per sempre.

Una scrittura limpida e scorrevole, essenziale, rende la vicenda con notevole forza espressiva, e con dolorosa malinconia.Scheda a cura di Lucio Klobas

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